Pnrr, cosa prevede per rifiuti ed economia circolare
Meno risorse per l’economia circolare, ma la garanzia di una riforma del sistema delle autorizzazioni per accelerare la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti e di una complessiva semplificazione delle normative in materia ambientale.
Si possono riassumere così le principali novità intervenute nel testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza elaborato dal governo guidato da Mario Draghi, rispetto alla precedente versione.
Meno fondi per l’economia circolare
Come evidenziato anche da Staffetta Rifiuti, sono 5,27 i miliardi di euro destinati alla voce “agricoltura sostenibile ed economia circolare”. Tra questi, il Pnrr stanzia 2,10 miliardi di euro per l’affermazione del paradigma dell’economia circolare e per la gestione dei rifiuti, al fine di garantirne una maggiore efficienza e sostenibilità.
La componente consta di due distinte voci di investimento: la prima destina 1,5 miliardi di euro alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e all’ammodernamento di quelli esistenti; la seconda prevede invece lo stanziamento di 600 milioni di euro per progetti “faro” di economia circolare.
In generale, l’obiettivo è perseguire la piena sostenibilità ambientale, si legge nel testo, rendendo l’economia più competitiva e inclusiva, garantendo un elevato standard di vita alle persone e riducendo gli impatti ambientali. Tali risultati saranno garantiti attraverso misure orientate alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, o al revamping di quelli esistenti, alla promozione di progetti innovativi e alla riduzione del waste service divide.
Differenziata, nuovi impianti e investimenti sul biometano
Il Pnrr mira ad un “miglioramento della rete differenziata dei rifiuti urbani, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti organici, multi-materiale, vetro, imballaggi in carta e alla costruzione di impianti innovativi per particolari flussi”. Gli investimenti proposti, nello specifico, ambiscono a colmare il divario esistente tra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud in materia di gestione dei rifiuti, al fine di recuperare i ritardi esistenti e ovviare alle procedure di infrazione europea pendenti soprattutto sul Mezzogiorno. Per questo motivo circa il 60% dei progetti di focalizzerà sui Comuni del Centro-Sud Italia.
Seicento milioni andranno invece a finanziare “Progetti ‘faro’ di economia circolare” con l’obiettivo di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento dei seguenti target di: 55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone; 65% di riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclaggio meccanico, chimico, ‘Plastic Hubs’); 100% recupero nel settore tessile tramite ‘Textile Hubs’”.
Ulteriori investimenti riguarderanno lo sviluppo del biometano, per un totale di 1,92 miliardi di euro.
Obiettivo n° 1 semplificare
Fin qui la revisione al ribasso dei fondi dedicati all’economia circolare. Il Pnrr mette però in campo anche proposte di riforma dedicate al settore con l’obiettivo di semplificare i processi autorizzativi, in particolare le procedure collegate all’attuazione del Programma. “Si prevede di sottoporre le opere previste dal PNRR ad una speciale VIA statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento” si legge nel Programma “quanto al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali, va ulteriormente ampliata l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (“PUA”), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, deve divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale, ma anche a livello statale”.
Gli interventi di semplificazione vanno ben oltre la sola Valutazione d’Impatto Ambientale, come sottolinea anche il sito Ricicla News, e riguardano “colli di bottiglia già individuati” come “l’autorizzazione dei nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti, le procedure autorizzatorie per le energie rinnovabili e quelle per assicurare l’efficientamento energetico degli edifici (Super Bonus) e la rigenerazione urbana (edilizia urbanistica) nonché le Conferenze di servizi per l’approvazione dei progetti e le infrastrutture per la transizione digitale”.
Nello specifico, in materia di rifiuti il Pnrr propone la “semplificazione dell’iter autorizzativo per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti di gestione e trattamento dei rifiuti attraverso un maggior ricorso alle autocertificazioni e alla certezza dei termini di conclusione dei procedimenti anche attraverso il ricorso ai poteri sostitutivi”.
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